K A G E
Quando sono entrato nello studio di Kage (Pietro Merlini) e ho iniziato ad osservare i suoi lavori, ho subito capito di aver avuto il privilegio di conoscere un grande artista.
La prima domanda che ho fatto a Pietro è stata spontanea: “Cosa significa Kage?”
“Ombra, in Giapponese.”
Ci è infatti subito chiara nei lavori dell’artista l’importanza delle ombre. Ogni figura, umana e non, che si manifesta nei suoi dipinti è caratterizzata da un contro movimento, da un riflesso che assume spesso una maggiore rilevanza rispetto
alla figura stessa. C’è più importanza in ciò che lasciamo alle nostre spalle?
Il nostro riflesso è custode dei nostri pensieri e forse anche della nostra solitudine. Si cela dietro di noi portando con se il peso del non detto, quello che dobbiamo e vogliamo nascondere, o perché no ,proteggere dal caos urbano
del nostro mondo. Kage contrappone la sua arte alla dinamicità frenetica del quotidiano, donandoci l’opportunità di fermare il tempo in un’immagine che scorre, creando delle visioni suggestive ma allo stesso tempo concrete. Sono scene urbane, comuni momenti di vita quotidiana
su cui l’artista si sofferma, quasi come a voler studiare dall’alto la vita di ciascuno dei protagonisti indaffarati nel loro cammino.
Evidente nel lavoro di Kage il suo background di street artist.
La velocità di esecuzione e la scelta istintiva dei colori e delle sfumature, i protagonisti dei dipinti e le loro ombre che appaiono come stencils, hanno chiari riferimenti al contesto urbano caratteristico di quel movimento.
Nelle opere le figure vengono private di dettagli corporei, vengono a mancare i tratti distintivi degli individui che l’artista ci presenta come ombre delicate e evanescenti, in una marcia continua verso i percorsi tracciati dai nostri doveri, quasi come soldati di un esercito telecomandato.
Ecco la critica all’eccessiva velocità ego-centrata della nostra società, ed ecco la grandezza comunicativa, oltre che pittorica di Kage, che riesce a farci percepire astutamente attraverso l’uso dei riflessi e delle nostre stesse ombre il nostro reale essere, la nostra parte complessa, nascosta e sospesa, forziere della nostra fragile debolezza umana che si frange e si separa dal nostro meccanico continuo movimento.
Il segno di Kage è unico, istintivo, preciso e dotato di grande senso della composizione. I fondi dei suoi lavori non sono certo meno importanti rispetto ai suoi personaggi. Fresco su fresco: su una base di colore sintetico l’artista interviene con colori ad acqua che asciugando molto rapidamente rispetto al fondo, creano effetti di movimento e di astratta profondità, in un’alchimia controllata che contribuisce in maniera fondamentale a creare le atmosfere caratteristiche dei suoi lavori. È interessante vedere come queste “reti” di colore che si vengono a formare grazie alla sapiente contrapposizione tra le diverse tecniche, si mescolano con i personaggi, che ne vengono travolti come se fosse un colpo di vento.
In fondo, le opere di Kage, sono un’invito gentile ma potente alla riflessione.
La moltitudine di persone che affollano in maniera incontrollata la nostra frenetica quotidianità ci sfiora soltanto, per un attimo, una frazione di vento, prima di dissolversi e lasciarci da soli con la nostra ombra, che ci scorta attraverso il suo tempo naturale, non soggetto alla modernità artefatta e quindi pura e vitale.
Gregorio Fornaciai