Mostra a cura di STEFANO MASI
INAUGURAZIONE 21 settembre ore 19.00
L'avevano tagliata fuori. E dire che ai suoi tempi aveva goduto di una fama eccezionale. Adesso più nulla. Avrebbe avuto bisogno di un buon ufficio stampa. Forse. Di sicuro non sarebbe stata più invitata a balli e baccanali. Ancora un centinaio d'anni fa una qualche visibilità l'aveva pure avuta. Quel belga, James Ensor, alla fine le aveva rifatto un po' il look. E anche quell'altro belga, quel Rops. Certo, l'avevano buttata un po' in caciara, come si dice. Mai come quell'altro svitato di olandese che le aveva messo tra i denti una cicca fumante. Sicuro come la Morte - ops! - che quei bei tempi passati non sarebbero tornati mai più. Lo aveva letto su un libro, uno dei pochi che ancora le si dedicavano. Che poi alla fine Baudrillard lo aveva scritto nel 1976 quel libro. Ed era come sentirsi dire: "Ormai cara signora Morte lei vale meno di una cicca"! Mica sarà stata un'allusione a quell’olandese? Beh, in ogni caso era in buona compagnia. Non c'era angolo di mondo in cui non incontrasse tutti quei poveri demoni. Anche loro, ormai disoccupati da un bel po’, vagavano, in lacrime, come degli zombies. Col rischio poi di essere pure scambiati per degli umani nei centri commerciali. Anche loro: nisba! Nessuno che se li filava. Nemmeno più un Bosch. E dire che insomma un bel "potenziale simbolico", come scriveva Baudrillard, ce l'avevano avuto. Non le restava che mettersi a suonare il violino. E fortuna che quel Böcklin glielo aveva insegnato! Ma insomma, ci sarà stato pure qualche artista che si poteva ancora interessare a lei. Le avevano parlato di un certo Gerardo Paoletti…