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Presentazione di un dipinto inedito di Alberto Magnelli:


DANSEUSE-MARIONETTE / BALLERINA-MARIONETTA

Giovedì 12 ottobre 2017
ore 18:30

Presentazione e catalogo a cura di Stefano Masi
con un contributo di Mirella Branca

ALBERTO MAGNELLI
(Firenze, 1888 - Meudon, 1971)
 
DANSEUSE-MARIONETTE / BALLERINA-MARIONETTA
1914

Olio su tela

cm 60x30
senza data e senza firma

Collezione privata

 

L'opera, priva di telaio, ma conservata ancora nella sua cornice originaria, faceva parte della collezione della famiglia Peruzzi de' Medici di Firenze. Essa proviene, per via ereditaria, dalla sua ultima discendente in ordine genealogico, la contessa Zena dei marchesi Peruzzi de' Medici, vedova Roberti Magnaguti, nata il 15 ottobre 1913. Sebbene priva di data e di firma, l'opera può essere ricondotta alla mano di Alberto Magnelli (1888-1971), sia per lo stile, che si richiama a quello degli anni a ridosso dello scoppio della prima Guerra Mondiale (1914-1915), sia per l'intenso rapporto di profonda amicizia tra l'artista, nato e vissuto a Firenze sino ai 1931, e l'antica famiglia aristocratica fiorentina. In particolare, i genitori della contessa Zena, suo padre, il marchese Ridolfo Peruzzi de' Medici (1885-1938), e sua madre, la contessa Andriana Brisighella Zeno (1887-1975), furono committenti di due ritratti, entrambi attualmente in deposito presso la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze. La data dei due ritratti è da porsi intorno al 1913, come testimonia sia lo stile, sia il monogramma AGM (Alberto Giovanni Magnelli) che l'artista utilizza esclusivamente in opere di quegli anni. A confermare tale datazione è anche la presenza dei dipinti in alcune foto scattate tra il l'estate del 1913 e la fine del 1914. Ulteriori fonti ci segnalano la presenza di Magnelli ospite ad Asolo nella villa del padre della marchesa Andriana Peruzzi de' Medici, il conte Giovanni Francesco Brisighella Zeno (1859-1943), il 28 dicembre 1912, e nella villa I Busini, in località La Rufina, vicino a Firenze, di proprietà dei marchesi Peruzzi de' Medici, il 20 agosto 1913, occasione durante la quale molto probabilmente egli eseguì un ritratto del conte, anch’esso firmato con la sigla AGM e la data 1913. Un quarto dipinto, un Natura Morta di piccole dimensioni, indica una particolare familiarità degli aristocratici fiorentini col  Maestro toscano, e ne fa, in assoluto, i primi suoi veri collezionisti. Magnelli fu del resto legato da profonda amicizia ai marchesi Ridolfo e Andriana Peruzzi de' Medici per lungo tempo, come testimonia il diario personale del marchese Ridolfo relativo al primo anno di guerra (1915), nel quale il nome del pittore è frequentemente citato come "intimo amico" e dove sono descritti alcuni degli incontri verificatisi proprio nell'estate di quell'anno.

A questo periodo di sperimentazione rimanda la quinta delle opere che compongono la raccolta Peruzzi de’ Medici. Purtroppo non possediamo documenti diretti che possano attestare il momento esatto in cui la tela è entrata a far parte della collezione familiare delle opere di Magnelli, né tantomeno conosciamo le circostanze. Quel che è certo è che l’opera è frutto di una di quelle tappe intermedie nel percorso pittorico intrapreso da Magnelli sia individualmente che dietro l’influenza delle avanguardie, con le quali ebbe modo di confrontarsi direttamente durante il soggiorno parigino del 1914 (15 marzo-10 maggio 1914). percorso che condurrà il Maestro fiorentino sempre più verso l’astrazione. In particolare, per questo dipinto, è indubbia l’influenza ricevuta da Alexander Archipenko, cui Magnelli fu legato da profonda stima e amicizia e, nel dettaglio, da una sua opera, la Danseuse du Médrano nota anche come Médrano II del 1914, attualmente al Solomon Guggenheim di New York, che il Mastro toscano ebbe modo di ammirare al suo arrivo a Parigi, presso il Salon des Indépendants, dove si trovava esposta.

Come testimonia una ben nutrita serie di disegni datati intorno al 1914, in questo periodo Magnelli sembra particolarmente attratto da figure stilizzate, simili a marionette, le cui membra disarticolate assumono posizioni innaturali e i cui volti vengono riassunti in pochi tratti essenziali. In particolare tali figure, soprattutto quelle femminili, rimandano al mondo della danza. Una sorta di “danzatrici- marionette” che trovano nella tela della collezione Peruzzi de’ Medici una efficace quanto inedita incarnazione. Alla stilizzazione della figura umana si aggiunge, in questo caso, un’ulteriore stilizzazione geometrizzante dell’ambiente che, abbandonando definitivamente la descrizione naturalistica, approda ad una (s)composizione per così dire architettonica di piani e figure solide, cui non è estranea una personale reinterpretazione della pittura trecentesca dei Maestri toscani.
Di pari passo alla stilizzazione e geometrizzazione delle forme, anche la tecnica pittorica di Magnelli evolve. Il colore viene adesso steso in un velo sottile (maniera secca) che rivela la grana della tela, ma permette allo stesso tempo di disporre di una materia ricca e abbastanza densa per modulare le superfici con larghi tratteggi e “chiaroscuri quasi drammatici” (Longhi).

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